Yemen: gli Huthi hanno colpito l’aeroporto arabo di Jazan, 16 feriti

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Gli Huthi hanno mutato il modus operandi adottando la tattica di colpire solo obiettivi sensibili in UAE w Arabia Saudita prendendo di mira gli aeroporti. Infatti, dopo gli aeroporti di Abu Dhabi (UAE) e di Abha (Arabia saudita) puntuale è arrivato l’ennesimo attacco Huthi con Droni e Missili balistici contro un’altro aeroporto saudita, il King Abdullah Bin Abdulaziz di Jazan (nel sud del Paese) con un bilancio provvisorio di almeno 16 feriti gravi (non ci sono per il momento notizie di morti).

Gli attacchi son talmente tanti e continui che la stampa araba fatica a darne conto. A seguito di questa preoccupante escalation, gli Emirati Arabi hanno di nuovo fatto pressioni sugli Stati Uniti perché l’organizzazione Huthi sia messa dagli Stati Uniti in black list e ricompresa nell’elenco delle organizzazioni terroristiche.



E’ di due giorni fa la notizia che gli Emirati Arabi Uniti hanno indicato per le sanzioni statunitensi ben 5 entità ritenute responsabili di aver supportato con una rete finanziaria le milizie Houthi dello Yemen. Gli Emirati Arabi Uniti hanno indicato “un soggetto e cinque entità commerciali in un elenco di persone e organizzazioni che sostengono il terrorismo in particolare le milizie Huthi dello Yemen che utilizzano fondi ed i proventi dei loro traffici per finanziare aggressioni militari alle strutture civili” (lo ha ufficialmente riferito mercoledì scorso l’Agenzia di stampa degli Emirati WAM).

Di seguito l’elenco delle persone fisiche e società blacklisted (che potrebbe a breve essere aggiornato con altri nominativi):
1. Compagnia di cambi Al Alamiyah Express;
2. Società di cambi Al-Hadha;
3. Società di import/export Moaz Abdulla Dael;
4. Nave Portarinfuse “Tre”– codice IMO 9109550;
5. Società di navigazione Peridot Shipping & Trading LLC.



La seguente nota è stata diramata mercoledì 23 febbraio dall’Agenzia amiratina WAM: “A tutte le autorità di regolamentazione è ordinato di monitorare e identificare tutte le persone fisiche o entità affiliate con qualsiasi rapporto finanziario e/o commerciale con quelli elencati e di adottare le misure necessarie secondo le leggi vigenti nel Paese, compreso il congelamento di tutte le attività finanziarie in meno di 24 ore”.



A gennaio, gli Houthi avevano preso di mira gli Emirati Arabi Uniti con tre attacchi missilistici e droni, tutti diretti a siti e infrastrutture civili (aeroporto di Abu Dhabi), provocando la morte di tre civili a cui son seguiti altri attacchi Huthi a 2 aeroporti sauditi. Gli Stati Uniti mercoledì hanno anche annunciato sanzioni contro quelli che hanno affermato essere membri di una rete di finanziamento internazionale per la milizia Houthi dello Yemen dopo che il gruppo sostenuto dall’Iran ha recentemente intensificato gli attacchi transfrontalieri di droni e missili contro l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti.

Le sanzioni economiche mirano a fiaccare le fonti di sostegno finanziario delle milizie, prendendo di mira le compagnie di navigazione e altre attività che secondo gli Stati Uniti vengono utilizzate per contrabbandare petrolio e altre materie prime in Medio Oriente, Asia e Africa, primaria fonte di finanziamento degli Huthi.

Tra le persone fisiche blaklisted da Stati Uniti ed Emirati Arabi Uniti e designati come affiancatori del terrorismo figura anche il nome d’un commerciante di materie prime (con sedi negli Emirati Arabi Uniti e in Svezia) e la sua azienda, tal Abdo Abdullah Dael Ahmed titolare della società Moaz Abdallah Dael Import and Export. Il presidente Joe Biden ha recentemente dichiarato che gli Stati Uniti stanno valutando la possibilità di riconsiderate i miliziani Houthi come organizzazione terroristica, passo che in genere comporta dure sanzioni del governo degli Stati Uniti anche per tutte le entità commerciali che fanno affari con loro.

Ricordiamo che l’amministrazione Trump impose la designazione degli Huthi come Gruppo Terroristico nei suoi ultimi giorni di mandato presidenziale mentre la nuova amministrazione Biden, come uno dei suoi primi atti, revocò la denominazione di ‘Gruppo Terrorista” argomentando che le sanzioni conseguenti avrebbero spaventato i fornitori di cibo ed aiuti alimentari compromettendo gli sforzi umanitari in un paese già cronicamente messo in ginocchio dal conflitto e dalla fame.

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