Bar, ristoranti, pasticcerie, pizzerie, agriturismo con tavoli all’aperto nel giro di poche ore in Calabria potranno riaprire i battenti e riprendere le attività. Così ha deciso, con ordinanza pubblicata poco prima delle 22, la governatrice Jole Santelli, che se un paio di giorni fa minacciava di blindare i confini della regione contro un nuovo esodo verso Sud, in serata ha decretato una sorta di “liberi tutti”. Ma la decisione non ha convinto né gli amministratori locali, inclusi quelli di centrodestra, né i titolari delle attività, sorpresi in tarda serata da un provvedimento per i più inimmaginabile. E contro cui anche il governo annuncia battaglia.
Di certo, si tratta di una rivoluzione copernicana in Calabria. Solo qualche giorno fa, a poche ore dalla presentazione del nuovo decreto per la fase 2, la governatrice Santelli si era scagliata contro il premier Conte e il governo, accusando tutti di un possibile “nuovo esodo verso Sud e dell’eventuale aumento di contagi che potrebbe derivarne” e annunciando “misure di cautela di nostra competenza”. Un appello alla prudenza dimenticato, forse in linea con il fronte dei governatori di centrodestra, che premono per una riapertura più rapida e minacciano di fare di testa propria. Risultato, in Calabria arriva un sostanziale via libera alla ripresa delle attività anche prima del 4 maggio, data fissata dal governo per l’allentamento di alcune delle prescrizioni. Anzi, alcune da ordinanza regionale potrebbero aprire con un mese di anticipo rispetto al cronoprogramma anticipato dal premier Conte.
Quali attività possono riaprire
Da giovedì 30 aprile in Calabria bar, pasticcerie, agriturismi, ristoranti e pizzerie non solo potranno aprire per l’asporto, ma anche fare servizio ai tavoli – come in tutta Italia previsto non prima di giugno – purché all’aperto e nel rispetto di una serie di misure “anti-contagio”, dalle distanze di sicurezza alla sanificazione. Tornano i mercati all’aperto e la vendita ambulante e saranno consentiti gli spostamenti “all’interno del proprio Comune o verso altro Comune per lo svolgimento di sport individuali” e quelli per “raggiungere le imbarcazioni di proprietà”. Ovviamente da diporto, perché la pesca, considerata attività essenziale, non si è mai fermata.