Il Palazzo e il Giardino Botanico di Villa Bisignano a Barra (Napoli)
Nel quartiere Barra di Napoli, situato aipiedi del Vesuvio a circa tre chilometri dal centro della città, sorge una magnifica residenza, comunemente indicata come Villa Bisignano perchè appartenuta, nella seconda metà del Settecento, alla nobile famiglia dei Sanseverino di Bisignano. La villa fu fatta edificare nel 1500 circa, dalla famiglia Carafa di Maddaloni e fu ampliata nel 1630, per volontà del banchiere fiammingo e nuovo proprietario Gaspare Roomer, che vi ospitò anche la sua famosa collezione di opere d’arte.
Nel 1765 la villa fu acquistata da Pietrantonio Sanseverino, divenne una residenza estiva della nobile famiglia. È una delle ville vesuviane del cosiddetto Miglio d’oro, censite e tutelate dall’Ente per le ville vesuviane del Miglio d’oro. L’intero complesso architettonico, mutilato del parco che ospitava l’Orto botanico e pregevoli sculture, si presenta in un buono stato di conservazione. È possibile distinguere l’impronta architettonica delle varie epoche costruttive.
L’impianto centrale reca infatti l’orma del gusto cinquecentesco nella pianta rettangolare ed è concepito secondo uno schema modulare; mentre la torre, che contraddistingue l’edificio, è forse memoria delle ville turrite che sorgevano a Barra già alla fine del XV secolo.
La villa è stata per anni il simbolo della nobiltà ed alta aristocrazia locale, annessa ad un giardino botanico di estese dimensioni, era il fiore all’occhiello del Casato di Barra.
Fu nell’orto di Barra che fece le prime osservazioni e la prima esperienza botanica Vincenzo Petagna che grato ai Sanseverino dell’ospitalità, gli dedicò il genere Sanseverinia, che poi venne mutato da Thunberg nel più noto genere Sanseviera.
(da Man Encarta: Sansevieria Genere di circa 60 specie di piante, perenni e sempreverdi, appartenenti alla famiglia delle liliacee e coltivate a scopo ornamentale per le foglie dalle caratteristiche striature longitudinali gialle. Le più comuni sono Sansevieria hahni e Sansevieria trifasciata, entrambe originarie dell’Africa occidentale).
Tra Pietro Antonio Sanseverino e Vincenzo Petagna si creò, con ogni probabilità, un rapporto di reciproca stima; ne è testimonianza il fatto che il Petagna, scelto dal Sanseverino anche come suo medico personale, lo assisterà durante la malattia che lo porterà, nel 1772, alla morte e comparirà addirittura nel suo testamento là dove Pietro Antonio disporrà di un lascito per il “…medico D. Vi n c e n z o Petagna, che mi stà assistendo in questa mia indisposizione…”.
L’orto botanico creato da Pietrantonio Sanseverino, si arricchì maggiornamente con il suo secondo genito Tommaso Sanseverino (XIII principe di Bisignano), vero e proprio studioso di Botanica, dove creò personalmente una nuova varietà di garofano (color rosso chiaro, con stelo e foglie èsili) che da lui prese il nome di garofano di Bisignano.