Ritorna il folklore tra le strade di Barra, quartiere della sesta municipalità del comune di Napoli, si rivede dopo tre anni di assenza la tradizionale ballata dei gigli, importara da Nola 201 anni fa, quando un obelisco, una torre a quattro facce, venne allestita nel centro storico del quartiere, in piazza Parrocchia, dove all’uscita della barca, della patrona Sant’Anna, poté seguirla in un breve percorso, era il mese di luglio, poi dopo svariati anni, la festa fu spostata nel mese di settembre e poi affidata a Sant’Antonio Da Padova, l’ultima domenica, come ancora oggi si svolge, anche se nel corso degli anni, ha visto più volte cambiare la storia del territorio, le strade, che sono aumentate, il numero dei gigli anche, fino ad un massimo di 14 obelischi, così si racconta, quando allestire una festa, comportava spese minori rispetto a quella attuale, tante le differenze anche sui gigli, a partire dalla struttura stessa che era visibilmente più artigianale, più doppia, ogni pezzo, veniva montato a terra, ci impiegavano 4/5 giorni per costruire un giglio, rispetto alle strutture attuali, che arrivano sui camion, già modulari, da assemblare per la maggior parte, quindi tempi ridotti, come il peso, che oggi è stato totalmente ridotto, adeguando le strutture alla costituzione fisica della popolazione attuale, che non lavora più nei campi, non alza più blocchi di basolato e non scarica più nel porto, a spalla, come facevamo i facchini, a cui ancora oggi viene attribuito il nome dei sollevatori, a Barra.
Una traduzione che si rinnova, con essa si smuove un indefinibile numero di attività sul territorio, dal commercio alla cura del verde, al ripristino e quindi messa in sicurezza delle strade, all’addobbo dei balconi, che anche se non è più spettacolare come un tempo, comunque dona fascino al mese di settembre, ritornano i parenti che abitano lontano, si preparano iboranzi tipici locali, la sera, si scende seguendo la musica che ti guida attraverso le stradine, verso il luogo dove stanno provando, c’è un aumento di visibilità del territorio, anche la popolazione interveniene, invitando amici, conoscenti a visitare in quei giorni, la caratteristica festa dei gigli, sette sono quelli che quest’anno prenderanno parte alla ballata, 5 verranno trasportati dalle paranze locali, 1 avrà una paranza proveniente dal comune di Brusciano, che pochi giorni fa ha celebrato la propria festa, 1 proviene invece da Casavatore, dove a luglio si è celebrata la festa dei gigli, ci sarà, come tradizione da oltre 20 anni, un palco allestito per il sabato e la domenica, dove esibendosi le fanfare e poi le paranze, riceveranno un riconoscimento, il Palco Barra Maggiore, la festa comprende il periodo dal 31 agosto al 25/26 settembre, ma ogni anno varia in vase al calendario, da calcolare sempre che avviene l’ultima domenica del mese, quando al ritorno dalle vacanze, i cittadini barresi si trovano già instsllati i pali blu delle luminarie, e li comincia la magia.
“Cu settembre se scenta int’o core, chella freva chiammata passione” recitano i versi di una canzone della festa dei gigli, ed è proprio la passione a riportare aria di festa tra le strade del quartiere della NapoliEst, sicuramente maggiore risonanza avrà la ballata 2023, con l’adozione da parte del comune di Napoli, che dopo 97 anni, da quando il comune di Barra, venne accorpato alla città partenopea, viene riconosciuta come festa napoletana, ovvero, l’ultima, rimasta, di questa portata, con decine di migliaia di persone, e maggiore sarà il numero dei visitatori di quest’anno, grazie alla mediaticità che essa sta riscuotendo, quindi un opportunità per accedere i riflettori su uno dei quartieri meno considerato della città di Napoli, ai margini, con innumerevoli disservizi, un abbandono che i 40.000 barresi hanno sempre percepito, assenza di forze dell’ordine, strade e marciapiedi distribuiti, parcheggio selvaggio e guida a velocità elevata, che, potrebbe essere questa l’occasione per far capire all’amministrazione centrale che Barra, non vuole essere più un quartiere di serie B, troppo crudele come verdetto per un luogo tra i più storici della città, con ben 11 ville vesuviane del Miglio D’oro, e tanta storia che non basterebbe un intera edizione di Ulisse con Alberto Angela per raccontarla tutta, allora si, c’è la festa, ci sono i gigli, si riparte da qui, dal comune, che possa riadottare questo territorio a tempo indeterminato.