Nel Paradiso Terrestre era il frutto proibito, divenuto poi l’emblema del peccato originale e della tentazione, tanto che i latini le diedero lo stesso nome del male, cioè «malum». Simbologia a parte, la scienza della nutrizione si occupa da sempre di mele ed è impossibile, spulciando fra le centinaia di studi al riguardo, trovarne uno che non promuova questo frutto a pieni voti. «È un alimento eccellente ed è un’ottima fonte di acqua e nutrienti», esordisce Laura Garnerone, specialista in scienze dell’alimentazione ed esperta in medicina naturale.
«Diversamente da altri frutti, una mela sbucciata di 100 grammi contiene solo 53 calorie ed è pertanto adatta anche a chi deve seguire regimi dietetici ipocalorici. L’apporto energetico, oltre tutto, è dato in gran parte dagli zuccheri semplici che, oltre a conferire la tipica dolcezza, risultano facilmente digeribili».
Riduce il colesterolo cattivo
A rendere questo frutto celebre per le sue virtù salutari sono soprattutto le fibre, sia solubili sia insolubili, che costituiscono il 2,1% delle componenti. «In particolare, nelle mele troviamo la pectina, una fibra solubile molto preziosa per l’organismo», prosegue la nutrizionista. «Dopo aver raggiunto l’apparato digerente, infatti, forma una sostanza gelatinosa che è in grado non solo di ridurre l’assorbimento del colesterolo “cattivo”, come ha dimostrato uno studio della Florida State University, ma anche di abbassare i livelli di glucosio nel sangue, il che rende la mela, nelle giuste quantità, un alimento alla portata dei diabetici».
Questa ricerca, condotta nel 2011 e pubblicata sul British Journal of Nutrition,ha coinvolto 160 donne americane di età compresa tra i 45 e i 65 anni, divise in due gruppi: nell’arco di un anno, il primo team ha mangiato 75 grammi di mele disidratate al giorno e il secondo 75 grammi di prugne secche. Già dopo sei mesi dall’inizio dello studio è emerso che, nelle signore che avevano consumato le mele, i livelli di colesterolo «cattivo» (Ldl) erano scesi addirittura del 23%, mentre quelli del colesterolo «buono» (Hdl) erano saliti del 4%. Tutto merito della pectina e dei polifenoli, composti antiossidanti in grado di migliorare il metabolismo dei grassi, ridurre la formazione di molecole infiammatorie e proteggere il sistema cardiocircolatorio.
Accelera il senso di sazietà
«Inoltre, nello stesso lasso di tempo, queste donne hanno perso 1,4 chili, sempre grazie all’azione della pectina, che blocca più velocemente l’appetito ed è quindi responsabile del senso di sazietà. Non a caso la mela è un validissimo spuntino spezzafame, da consumare in mattinata o a metà pomeriggio come merenda », aggiunge Garnerone.