La Lombardia, rifiuta il presepe donato dai napoletani…

Cronaca

Se siete distratti dalla variante inglese, dalle imminenti novità sul piano vaccinale o, peggio, avete già staccato la spina per il clima natalizio, sappiate che c’è una notizia di stretta attualità che riporta il dibattito politico al centro della scena. No, neanche verifica di maggioranza, Manovra e Recovery fund c’entrano, il tema è incredibilmente la tenuta dell’Unità nazionale: la Regione Lombardia ha rifiutato il presepe napoletano donatole dalla Campania, uno schiaffo in faccia che potrebbe portarsi dietro gravi ripercussioni diplomatiche sull’asse Nord-Sud. Apprezzabile, in chiave di distensione, la mediazione del sindaco Giorgio Gori che si porterà il bue e l’asinello oggetto del gran rifiuto nel Comune di Bergamo.



I fatti, ricostruiti da Stella Cervasio per Repubblica Napoli, sono più o meno questi: la Campania ha lanciato il bando cofinanziato dallo Stato, nell’ambito del Poc 2014-2020, ed è partita l’operazione «Viaggio in Italia del Presepe napoletano» che in chiave marketing avrebbe dovuto diffondere nelle regioni d’Italia preziosi manufatti presepistici prodotti nel distretto di San Gregorio Armeno. Un gesto ancora più significativo, nell’anno del coronavirus. Esattamente due giorni fa, sono stati così inviati nove presepi ad altrettante giunte regionali, ma uno di questi ha trovato la strada sbarrata: quello che avrebbe dovuto essere esposto a Milano.



Non ci sono atti che formalizzano il rifiuto del dono ma, da quanto si apprende, a mostrare il disco rosso ai pastori partenopei non è stato il governatore Attilio Fontana, ma l’assessore al Marketing Lara Magoni, ex maestra di sci di Alzano Lombardo. Non un esponente della Lega, insomma, partito che in passato pure aveva nel secessionismo un punto di riferimento, ma una di Fratelli d’Italia, movimento sovranista da tempi non sospetti. Non ci sono, al momento, neanche spiegazioni razionali sull’accaduto, se non quello che può essere un generico dispetto nei confronti della Giunta campana guidata da Vincenzo De Luca, esponente del Pd con tendenze manganelliste. Il presepe della disputa, alla fine, se lo godranno i cittadini di Bergamo. Siccome ci piace pensare in grande, a questo punto azzardiamo un bel gemellaggio tra i Comuni di Bergamo e Napoli, meglio ancora tra il Napoli e l’Atalanta.

Comunque la si voglia mettere, questo particolarissimo «Bambinello-gate» della vigilia di Natale ci insegna almeno tre cose. Uno: a Natale saremo pure tutti più buoni, ma ci sarà sempre chi si esercita nell’antica arte di guardare in bocca a caval donato. Due: la svolta sovranista della destra italiana è un dato acquisito, ma lo strapaese non muore mai. Tre: nonostante il successo di share della discutibile versione di Natale in casa Cupiello con Sergio Castellitto, in Italia c’è ancora chi dice: «A me ’o presepe nun me piace». Rispondiamo con la memorabile scritta che, all’indomani del primo scudetto del Napoli, apparve sulle mura del cimitero di Poggioreale: «Che vi siete persi».

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