L’attore statunitense Johnny Depp ha vinto il processo per diffamazione intentato contro l’ex moglie, l’attrice Amber Heard. La giuria del tribunale di Fairfax, in Virginia, ha emesso il verdetto mercoledì, dopo due giorni di discussioni, ordinando a Heard di pagare a Depp 15 milioni di dollari di risarcimento per i danni.
Il processo era iniziato perché Depp aveva accusato di diffamazione l’ex moglie Heard, che nel 2018 aveva scritto un articolo di opinione sul Washington Post in cui si era definita «un personaggio pubblico simbolo di violenza domestica», affermando implicitamente di aver subito violenze da parte di Depp (anche se il suo nome non veniva mai citato). Depp aveva sostenuto che l’articolo avesse rovinato la sua reputazione e la sua carriera e di essere lui la vittima di abusi tra i due; dal canto suo, Heard aveva sempre detto di essere stata vittima di ripetute violenze da parte dell’ex marito quando erano sposati.
Il processo è stato seguitissimo nelle ultime settimane, e trasmesso in diretta per intero su alcuni canali YouTube e in televisione da varie emittenti americane. Nonostante fosse un processo per diffamazione, infatti, quello che la giuria ha dovuto decidere è se le violenze fossero di fatto mai avvenute, e da parte di chi. Per farlo, sono stati ripercorsi i trascorsi della coppia dal 2012 al divorzio, con l’effetto amplificatore dei giornali, della tv e soprattutto dei social network.
Amber Heard e Johnny Depp si erano conosciuti nel 2009, quando lei aveva 23 anni e lui 45, sul set del film The Rum Diary – Cronache di una passione: si erano messi insieme nel 2012 e si erano sposati tre anni dopo, nel 2015. Le vicende giudiziarie tra i due erano cominciate nel 2016, quando Heard aveva chiesto il divorzio e un’ordinanza restrittiva nei confronti di Depp sostenendo davanti a un tribunale che lui l’avesse picchiata in più occasioni. Pochi giorni dopo, la rivista People aveva pubblicato in copertina una foto di Heard con il volto segnato da lividi e ferite, che stando alle parole dell’attrice era stata scattata a dicembre dell’anno prima durante quello che lei descrisse come un grave episodio in cui «aveva seriamente temuto per la propria vita».
Da allora, sia nelle aule di tribunale che sui giornali di gossip, sono emerse varie vicende private risalenti alla loro storia: alcune a sostegno della tesi di Heard che Depp avesse un problema di abuso di alcol e sostanze stupefacenti e che diventasse facilmente violento nei confronti della moglie, altre a sostegno di comportamenti tossici e violenti anche da parte di lei. Un episodio raccontato da Depp in particolare è diventato famoso online: aveva accusato Heard di aver fatto la cacca nel letto dopo un litigio. Durante il processo erano emerse anche nuove vicende e accuse molto gravi: Heard aveva sostenuto tra le altre cose che l’ex marito l’avrebbe violentata con una bottiglia.
Ma prima che il processo cominciasse, a metà agosto del 2016, Heard e Depp trovarono un accordo di divorzio: Heard ritirò le accuse di violenza e la richiesta di ordinanza restrittiva con la clausola che non avrebbe più potuto ripresentarle, e ottenne 7 milioni di dollari da Depp. I due diffusero un comunicato che diceva che la loro relazione era stata «intensamente appassionata e a volte volubile ma sempre tenuta insieme dall’amore», e che Heard avrebbe donato i soldi dell’accordo in beneficenza. Lo fece effettivamente, scegliendo tra i destinatari anche un’associazione che si occupa di violenza contro le donne.
Due anni dopo, nel 2018, i due tornarono in tribunale, questa volta a Londra, perché Depp aveva denunciato per diffamazione l’azienda che possiede il giornale The Sun, la News Group Newspapers, dopo la pubblicazione di un articolo in cui veniva definito «wife beater», cioè “picchiatore di sua moglie”. La legge britannica prevede che chi è accusato di diffamazione (in questo caso il giornale) dimostri la veridicità di quello che ha detto: per questo Heard fu chiamata in tribunale a testimoniare e questa volta raccontò nuovi episodi di violenza.
Emersero anche alcuni messaggi in cui Depp scriveva ad amici cose violente e a tratti deliranti contro di lei, per esempio: «affoghiamola prima di bruciarla!!! Dopo mi scoperò il suo cadavere bruciato per assicurarmi che sia morta» (ha poi detto che era un riferimento a una battuta dei Monty Python). Depp si difese parlando della ex moglie come di una «sociopatica», «narcisista» e con «personalità borderline»: raccontò che era stata lei a tagliargli il dito durante una lite e che lei, o qualcuno mandato da lei, gli aveva defecato nel letto.
A luglio 2020 il processo di Londra si concluse con la vittoria del Sun: il giudice disse che in più di un’occasione Depp aveva messo Heard nella condizione di temere per la propria vita. Depp provò a chiedere un appello e non lo ottenne, ma nel frattempo si era messo in moto un nuovo processo. Nel 2019 infatti Depp aveva fatto causa a Heard per 50 milioni di dollari, accusandola di averlo diffamato all’interno dell’articolo uscito sul Washington Post nel 2018.
Nell’articolo Heard non citava direttamente l’ex marito, ma diceva di aver subito abusi fin da da giovane e di aver avuto, in quanto «personaggio pubblico simbolo di violenza domestica», esperienza di come la società e le istituzioni proteggano gli uomini quando una donna li denuncia, facendo riferimento al movimento MeToo. Aggiungeva che la sua carriera aveva risentito di questa sua posizione, spiegando di essere stata sostituita per un film per cui avrebbe dovuto lavorare e che un suo ingaggio per una campagna pubblicitaria era stato cancellato.
Gli avvocati di Depp commentarono la causa dicendo che, anche se non citavano espressamente l’ex marito, le affermazioni nell’articolo di Heard facevano riferimento alle accuse emerse durante il divorzio, che erano false e parte di una truffa volta a ottenere visibilità e un avanzamento di carriera. Aggiunsero che era invece la carriera di Depp a esserne stata fortemente danneggiata: per esempio pochi giorni dopo la pubblicazione dell’articolo, Disney aveva deciso di non procedere con la produzione del sesto film della saga dei Pirati dei Caraibi, di cui Depp era protagonista dal 2003.
In risposta, Heard presentò in tribunale un atto contenente un elenco degli abusi subiti da parte dell’ex marito con maggiori dettagli rispetto a quelli già emersi e chiese al giudice di archiviare la causa per diffamazione. Il tribunale però non archiviò la causa e nell’agosto del 2020 Heard rispose citando a sua volta in giudizio Depp e chiedendo 100 milioni di dollari di danni per averla diffamata attraverso le dichiarazioni del suo precedente avvocato, che aveva detto alla stampa che i suoi racconti di abusi erano tutti parte di una truffa.