Secondo quanto riportato in un nuovo studio condotto dall’Università di Yale, e pubblicato sulla rivista Nature Climate Change, gli attuali modelli climatici potrebbero sottovalutare, in modo significativo, l’evoluzione delle precipitazioni estreme in risposta all’aumento dei gas serra nell’atmosfera.
I ricercatori Ryan Li e Joshua Studholme, hanno infatti spiegato che anche un leggero cambiamento nella percentuale di ogni goccia di pioggia, che cade per raggiungere la superficie terrestre, può fare la differenza tra un clima con precipitazioni leggere ed uno che crea invece un diluvio senza precedenti.
Il dott. Li, dello Yale’s Department of Earth and Planetary Sciences, ha affermato: “Da oltre mezzo secolo ci poniamo la domanda se la pioggia prodotta da una nuvola, nel corso della sua vita, aumenterà o diminuirà in presenza di climi più caldi. E stiamo ancora cercando la risposta”.
Infatti, negli ultimi anni abbiamo avuto a che fare con un’ondata di grandi tempeste che ha superato ogni aspettativa per la gravità delle precipitazioni. Tali eventi, nel 2021, hanno superato i record di danni globali di tutti i tempi, costando agli Stati Uniti 65 miliardi di dollari, all’Europa 43 miliardi di dollari e alla Cina 30 miliardi di dollari.
D’altronde, secondo gli autori, molti modelli climatici all’avanguardia non hanno previsto l’aumento di queste tempeste estreme, ed anche ora, molte proiezioni climatiche sembrano sottovalutare le future inondazioni.
Per lo studio, quindi, i ricercatori hanno sviluppato un nuovo metodo per misurare l’efficienza delle precipitazioni (PE), cioè la quantità di pioggia che ri-evapora quando cade da una nuvola temporalesca; prestando anche particolare attenzione alla scala di “essiccazione” delle nuvole, cioè il tempo necessario ad una nuvola per far cadere tutta la sua acqua.
I ricercatori hanno quindi scoperto che: “purtroppo, non esiste ancora la potenza di calcolo per eseguire questi modelli ad alta risoluzione per le proiezioni del cambiamento climatico globale. Ma possono essere comunque usati per contestualizzare i modelli climatici convenzionali”.
Rimanendo in tema, uno studio aveva già rivelato come, in futuro, potranno verificarsi inondazioni estreme molto frequentemente.