La seconda giornata dell’evento di lancio del Forum Mediterraneo per la Gestione Ecosistemica applicata, finanziato dal progetto Med4EBM di cui l’Associazione Amici della Terra Onlus è partner, si è aperta con la presentazione della soluzione applicativa EBM (Ecosystem Based Management) per la gestione integrata del Golfo di Corigliano (Cosenza). La relazione è stata elaborata da Manrico Benelli, TEAM EBM progetto MED4EBM, da Edoardo Scelpi, EBM expert MED4EBM e Matteo Onori, DB&GIS expert MED4EBM.
Benelli ha spiegato che “si è iniziato a costruire un modello di funzionamento dell’area” e in tal senso “abbiamo identificato i due comparti di driver economici: agricoltura e turismo”. L’obiettivo “è quello di passare ad un sistema che ci permetta di arrivare a un livello multidimensionale degli indicatori, sui quali sia possibile mantenere un’alimentazione agile e costante”. Inoltre, ha aggiunto Benelli “abbiamo iniziato a ragionare sulla cosiddetta ‘fase 3’, ovvero l’analisi causa-effetto. Nel caso dell’agricoltura, questo comporterebbe lo studio fra l’altro della qualità delle acque e del sovrasfruttamento delle falde; mentre nel caso del turismo l’approfondimento degli effetti su habitat e specie e sulla qualità sanitaria (acque di balneazione)”. Manrico Benelli, in conclusione, ha ricordato come “il progetto, condotto grazie alla collaborazione di attori istituzionali, sociali e privati locali, resti aperto a manifestazioni di interesse, suggerimenti e impegni programmatici da parte di chi sia interessato ad approfondire queste tematiche”.
A seguire è intervenuto il direttore scientifico Arpa Calabria, Michelangelo Iannone che ha posto l’attenzione sul concetto di “dati reali”, poiché “abbiamo il problema di informare i cittadini in modo puntuale, per un’informazione che sia vera e reale”. Iannone ha spiegato che per quanto riguarda il settore agricolo Arpa Calabria possiede dati sui pesticidi, in particolar modo sui nitrati e ha ricordato quanto “sia importante l’analisi della depurazione nelle aree di interesse. Dobbiamo fotografare lo stato dell’ambiente e tentare di capire quando qualcosa devia”, ha concluso il direttore scientifico.
Per il Professore Emilio Sperone, Unical DiBESt, “è necessario evidenziare le positività per individuare le aree dove intervenire”. La Calabria, ha continuato, “si trova al Sud di una penisola ed è ricca di endemismi. Il Golfo di Corigliano e la Riserva naturale della Foce del fiume Crati sono un elemento cruciale per la biodiversità nel Mediterraneo”. Qui, ha spiegato il Professore, “convivono due specie di cavalluccio marino” caso rarissimo insieme al Portogallo. La parola è passata quindi a Paola Rizzuto, Contratto di Fiume Crati, che ha invitato i partecipanti a “riflettere sulla necessità di individuare un paradigma di tutela per le aree costiere”. L’ipotesi è un “punto di equilibrio fra le politiche di tutela e le politiche di sfruttamento di queste zone”.
Francesco Nocera, Agenzia Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese, ha ricordato come la Piana di Sibari sia l’area più votata all’agricoltura di tutta la regione. “Si tratta di un’agricoltura intensiva – ha spiegato Nocera – ma a basso impatto ambientale poiché sono produzioni biologiche o integrate, quindi sane e di qualità”. Giovanni Misasi, Ordine Nazionale dei Biologi, ha posto invece l’attenzione “sulla tutela della risorsa dell’acqua e sul discorso dei nitrati”, invitando a “concentrarsi su quello che realmente c’è da fare sui territori”.
Nel corso della seconda sessione della mattina, coordinata da Manrico Benelli, sono state discusse le prime ipotesi su come attivare il Forum Mediterraneo per la Gestione Ecosistemica Applicata e sono state raccolte le prime reazioni dei soggetti interessati ad approfondire finalità, governance e modalità di funzionamento del Forum.