Il colosso francese del risparmio Amundi ha scelto Valérie Baudson per ricoprire il ruolo di Ceo, in sostituzione di Yves Perrier, che diventerà Presidente. Classe 1971, Baudson è stata già deputy ceo e membro del comitato di gestione generale di Amundi, nonché braccio destro di Perrier. Amundi fa parte del gruppo bancario Credit Agricole, che conta già molte donne in ruoli apicali, ma nessuna in prima posizione.
Eppure non è tutto oro quello che luccica: la scelta del gruppo, in un settore che soffre più di altri della mancanza di donne in ruoli dirigenziali, nasconde una forte contraddizione, perché stando alle politiche di remunerazione di Amundi emerge che la nuova Ceo guadagnerà un terzo del suo predecessore. In linea con le cosiddette “best practices” che incentivano il merito, la manager percepirà un stipendio fisso e uno variabile, fino a un massimo di 2 milioni di euro al raggiungimento di determinati obiettivi. Nel 2020 Perrier aveva invece percepito 3 milioni di euro (di cui uno di fisso e due di variabile) e aveva devoluto la metà del suo bonus (un milione di euro) alle persone particolarmente colpite dalla pandemia
Dunque c’è un prezzo da pagare per la scalata di una donna ai vertici del colosso europeo del risparmio gestito: uno stipendio inferiore del 33 per cento rispetto a un uomo. Un fatto che rischia di screditare e rendere la scelta apparentemente all’avanguardia della società Amundi un vero boomerang per il gruppo.