Il Manifesto di “Cives” è una laboriosa espressione del vero civismo di cui la nostra città ha bisogno: collaborativo, impegnato, propositivo, inclusivo e visionario. Un civismo che per risvegliare la partecipazione e rianimare la cittadinanza sceglie di essere attivo non protagonista, di sollecitare il noi quale somma di intelligenze, competenze ed esperienza. Nella giornata in cui, nel suo discorso programmatico, il neo Presidente del Consiglio, Mario Draghi ha segnalato, tra le tante necessità per la ripartenza, quella di “irrobustire le amministrazioni meridionali”, è non solo voluto ma anche doveroso da parte nostra esprimere piena condivisione al documento “BENE-VENTO FUTURO” e auspicare che la sua presentazione sia solo l’inizio di un cammino di formazione e responsabilizzazione della coscienza sociale che ci possa vedere partecipi.
Le 26 cartelle del Manifesto offrono a sostegno della costruzione del bene comune un significativo patrimonio di persone, valori e idee, espresso attraverso la proposta di una visione di comunità fondata sulle tre leve principali della città: la identità culturale, storica, archeologica, ambientale, la forte vocazione enogastronomica e la unicità della posizione geografica, quale snodo tra le linee di attraversamento del Paese, da Nord a Sud e da Est a Ovest. Su queste direttrici è possibile intravedere dei driver di sviluppo su cui basare una strategia d’azione integrata del territorio urbano e periurbano, in una logica di sviluppo dinamico e partecipato, nella quale il comune capoluogo assume su di se il ruolo di guida di un piano di azione di area vasta. Lo Sviluppo urbano sostenibile non può che essere perseguito con una strategia integrata che intervenga sulle infrastrutture e sul capitale umano, le imprese e il terzo settore con incentivi e interventi materiali e immateriali.
Tante le iniziative possibili per una città contemporanea, compiutamente attrezzata a cogliere le occasioni finanziarie e programmatorie in campo, altrettante le precondizioni da approfondire nello specifico per combinare bisogni e sviluppo, dalla fragilità del territorio dal punto di vista idrogeologico e sismico, alla comunità che registra uno dei più alti indici di sofferenza occupazionale, soprattutto giovanile, al tessuto imprenditoriale locale costituito in prevalenza da piccole imprese, al degrado urbano, che vanifica le capacità di attrazione della città oltre a dequalificarne la fruizione dei servizi da parte dei residenti. Purtroppo Benevento non è divenuta “sostenibile, inclusiva e intelligente” perdendo l’occasione della programmazione europea 2014/20, ma può ancora agganciare il treno della nuova programmazione e delle maggiori risorse del PNRR.
Noi di “Benevento Città Aperta” siamo convinti che la dimensione smart, fattore complesso del vivere moderno della città, possa e debba essere colta attraverso strutturate sinergie con tutti gli attori locali.