Le donne lasciano prima degli uomini la casa dei genitori. A 20 anni circa un terzo delle giovani abbandona il nido famigliare, a fronte di un 23% per i loro coetanei. A 30 anni il 97% delle figlie si sono trasferite altrove, contro il 90% dei figli.
Nel complesso, a 22 anni, la metà dei giovani adulti non abita più nel nucleo famigliare (con mamma e/o papà), indica oggi in una nota l’Ufficio federale di statistica (UST), che prende in considerazione la fascia d’età tra i 15 e i 39 anni.
Stando all’indagine dell’UST, quasi due terzi di tutti i giovani che si sono trasferiti vivono a meno di un’ora dai genitori e quasi il 90% ha contatti con loro ogni giorno o almeno una volta alla settimana. La distanza fisica dalla casa dei genitori cresce con l’aumentare dell’età.
Le donne sono nettamente più numerose ad avere conti regolari con mamma e/o papà: il 40% delle figlie comunica quotidianamente con i genitori, mentre il tasso scende al 28% per i figli. La frequenza dei contatti diminuisce leggermente con l’avanzare dell’età e a dipendenza degli studi scelti: i giovani senza formazione terziaria restano in contatto quasi giornaliero con i genitori rispetto agli studenti universitari.
Latini si trasferiscono prima per gli studi
Inoltre, sconfessando il detto che i latini sono più “mammoni”, i giovani romandi e svizzero-italiani si trasferiscono prima rispetto ai loro coetanei della Svizzera tedesca e romancia. A 20 anni il 30% dei romandi e il 35% degli svizzeri italiani hanno lasciato il nido famigliare, rispetto al 26,5% di svizzeri-tedeschi e romanci. Ciò, scrive l’UST, è probabilmente dovuto all’inizio degli studi universitari.
Più in generale, le nuove generazioni restano più a lungo a casa rispetto alle precedenti. Mentre il 39% delle donne nate tra il 1978 e il 1987 aveva lasciato il nucleo famigliare all’età di 20 anni, questo tasso scende al 26% per quelle nate tra il 1988 e il 2002. La stessa tendenza si registra tra gli uomini, precisa l’UST.