Quanto accaduto a Cotronei ma anche in tante altre realtà calabresi è il segno tangibile che il sistema di gestione delle risorse idriche è gravemente malato e la soluzione al problema è lontana e non ancora correttamente individuata dal governo regionale.
Esordisce così l’esponente di Coraggio Italia Santacroce, il quale punta il dito sui sistemi di approvvigionamento.
L’ANALISI
In Cal1abria, spiega Santacroce, già sindaco di Albi per un decennio, sede di uno dei più importanti ripartitori idrici della Calabria centrale, vengono immessi nella rete quasi il doppio di milioni di metri cubi all’anno rispetto al fabbisogno medio standard riferito a circa 2 milioni di residenti standard, oltre a 1,5 mln di fluttuanti. Un cortocircuito che deve per forza essere eliminato ma che il sistema attuale non consente di superare perché basato su regole obsolete e su un sistema di gestione manageriale anacronistico. È assurdo, continua l’esponente di Coraggio Italia, pensare che una regione con la più alta presenza di sorgenti e falde acquifere d’Italia ha carenze idriche importanti e la Sorical non riesce nel 2021 a garantire sufficienti litri a tutti i comuni.
Da reti idriche fatiscenti di molti comuni, ad assenza di politiche di adduzioni e captazione di nuove risorse, alla totale assenza di politiche di sinergia con i comuni che necessitano di fondi con specifica destinazione e professionalità che intervengano per eliminare le carenze di reti obsolete con perdite a volte superiori anche al 30% sono le principali cause del fallimento della gestione idrica calabrese. Un comune che non incassa dai ruoli l’acqua che paga a Sorical seppur obbligata a garantire la copertura del 100% nel bilancio e che ancor prima di leggere i contatori ha perso dal 30% al 35% di acqua nella stessa rete non potrà mai assolvere si pagamenti e avrà sempre difficoltà a garantire acqua ai cittadini 365 giorni all’anno.
Era indispensabile che la fase di commissariamento della Sorical, che ormai dura da troppi anni e che era volta al termine, deve occuparsi di progettare e coadiuvare i comuni nel percorso di efficientamento delle reti interne per non diventare quello che è oggi ossia un nemico anziché un fedele alleato.
IL MODELLO ALBI
Ad Albi nel periodo in cui ero sindaco abbiamo effettuato due importanti interventi che dovrebbero essere un modello di efficienza da imitare: La captazione di una nuova sorgente e realizzazione di un nuovo serbatoio che ha creato una autonomia risorsa idrica con forte sollievo per le casse comunali dai ruoli Sorical e la informatizzazione della rete idrica comunale con un sistema di telecontrollo consentendo all’ente di monitorare perdite e intervenire in tempo record per la risoluzione.
Oggi Sorical, conclude Santacroce, deve diventare nella nuova forma societaria un modello di azienda che recuperi il gap dei comuni con gravi carenze strutturali delle reti interne ed investendo sullo sfruttamento di nuove sorgenti metta i comuni nelle condizioni di poter risolversi anziché essere puniti nell’erogazione dei fondi regionali perché morosi.
Il Recovery plan – conclude l’avvocato catanzarese – deve essere il primo importante momento di svolta di questo processo di ammodernamento.