«Per la Sanità calabrese l’unica soluzione percorribile è un intervento straordinario dello Stato che non sottragga alla Regione i poteri di organizzazione e di coordinamento, ma imponga, attraverso un piano straordinario, la verifica e la determinazione certa del debito e il conseguente azzeramento di tutte le pendenze pregresse. In tale direzione, nei giorni scorsi, ho inviato una richiesta accorata al presidente Draghi, in quanto convinto che, senza l’azzeramento del debito sanitario, questa regione non potrà mai ambire a offrire ai propri cittadini il sacrosanto diritto alla salute».È quanto ha dichiarato oggi il presidente della Regione, Nino Spirlì, in apertura dei lavori della seduta del Consiglio regionale dedicata alla situazione della Sanità calabrese.«Noi – ha affermato – siamo al fianco del commissario ad acta. Il prefetto Longo è arrivato in Calabria nel momento più drammatico della storia dell’umanità e non poteva che essere accolto in amicizia. In qualità di rappresentanti eletti o nominati, non avremmo potuto lasciarlo solo».
«È delle ultime ore – ha detto ancora il presidente – una mia lettera, indirizzata ai ministri Speranza e Lamorgese, ai rispettivi capi di gabinetto e al sottosegretario Molteni, in cui chiedo che venga disposto un team di ispettori sul caso Sant’Anna. Certi atteggiamenti non possono essere più tollerati. Chi ha sbagliato dovrà pagare».«Su Villa Bianca – ha aggiunto – non è più possibile aspettare che si coordinino interessi che devono essere dichiarati. Questa struttura può e deve recuperare 100 posti di degenza».«Il generale Pirro – ha rilevato Spirlì – è al fianco del commissario Longo nella campagna vaccinale e sta dando una grande risposta alla nostra terra. Chiunque altro ci avrebbe lasciato il dubbio, l’Esercito no. Abbiamo ottenuto risultati a Cosenza, Catanzaro, Lamezia Terme e nella Piana».
«Sulle vaccinazioni, siamo passati dalle 2.500 somministrazioni al giorno alle 12mila di venerdì, alle 19mila di sabato e alle 15mila di domenica scorsi. Questi numeri sono possibili solo utilizzando la piattaforma, gestita in maniera centralizzata dalla struttura che è all’apice: commissario, Protezione civile ed Esercito. Le 23mila schede mancanti – ha detto il presidente – stanno per essere inserite in piattaforma e confluiranno nei dati che saranno ufficiali a livello nazionale».«La nostra sanità – ha evidenziato Spirlì – è offesa e non può andare con lo stesso passo di altri. Chi attacca in maniera strumentale la Regione non rende un buon servizio. Ereditiamo un dipartimento azzoppato, ma che, grazie al direttore generale Brancati, sta ritrovando una propria dignità, col passo lento di chi deve costruire sulla roccia e non sulla sabbia».
«L’emergenza sanitaria in Calabria ha raggiunto, da anni, livelli ormai insostenibili. La pandemia – ha spiegato – ha di fatto aggravato la situazione facendo emergere l’incapacità del sistema sanitario regionale di offrire livelli minimi di assistenza sanitaria. Sebbene abbia manifestato pubblicamente la mia contrarietà alla riproposizione del Decreto Calabria, ho inteso, fin dal primo giorno, insieme alla Giunta, avviare un percorso di collaborazione e di sostegno alle attività che l’organo commissariale ha inteso perseguire».
«Tra i primi atti posti in essere – ha sottolineato –, vi è stata la decisione di sancire formalmente il supporto di tutte le risorse umane e strumentali del dipartimento Salute che, a seguito di deliberazione della Giunta regionale, sono stati formalmente messe a disposizione della struttura commissariale. Abbiamo inoltre avviato una serie di manifestazioni di interesse per l’assunzione di funzionari e personale dirigente per completare ulteriormente il contingente del dipartimento».«La Giunta, inoltre – ha continuato –, ha recentemente completato l’iter di assegnazione di 175 milioni di euro, per investimenti e per l’assunzione di nuove professionalità nel servizio sanitario regionale e per favorire una più celere attuazione delle relative procedure di spesa».«Con senso di responsabilità, nonostante la confusione dettata dalle norme vigenti che attribuiscono al commissario ad acta l’attuazione del piano operativo Covid e del piano vaccinale, abbiamo fronteggiato – ha puntualizzato il presidente – l’emergenza istituendo le zone rosse, approntato un piano straordinario di riconversione delle strutture per l’ampliamento dei posti letto e distribuito ingenti risorse per far fronte alle nuove assunzioni, grazie, soprattutto, a un costante lavoro degli uffici regionali, dei dipartimenti di prevenzione e di tanti amministratori locali».«Per rappresentare il quadro del nostro sistema sanitario – ha concluso Spirlì – basterebbe un solo dato: nell’ultimo decennio nelle strutture sanitarie calabresi sono stati investiti circa 15 euro pro capite, mentre, nello stesso periodo, la media nazionale è stata di 45 euro. Il Piano di rientro della Regione Calabria, del 2009, prevedeva una serie di interventi finalizzati a ristabilire un equilibrio economico-finanziario. Ma così non è stato. Troppe le criticità e le inadeguatezze che hanno portato alla nomina di commissari e a vari interventi del Governo culminati con i due Decreti Calabria che, di fatto, hanno completamente esautorato la Regione di poteri di organizzazione e coordinamento.