Pompeo Centanni, ieri ha lasciato la sua Barra, un intera comunità distrutta dal dolore, nella periferia est di Napoli, vogliamo raccontarlo, attraverso alcuni dei tanti post di stima, che da ieri hanno intasato il web…
Di Angelo Renzi:
POMPEO CENTANNI (1942-2021)
All’alba di questa Domenica di Quaresima 7 marzo, ha cessato di battere il grande cuore di Pompeo Centanni, amico fraterno e maestro di cultura e di vita per me e per tanti, e “padre nobile” di tutti coloro che si sono interessati alla Storia di Barra, che egli ha coltivato con “intelletto d’amore”: amore di figlio e intelligenza appassionata di studioso.
L’unanime cordoglio che la notizia della sua morte ha suscitato in tutta la comunità Barrese, ed oltre, testimonia già di per sé che egli ha saputo essere “memoria vivente” e “voce” del popolo ‘e stu murzillo ‘e terra, La Barra, che in lui ha sentito vibrare la sua identità, minacciata dall’omologazione culturale massificante, e l’orgoglio della sua dignità, mortificata ‘a na màneca ‘e fetiénti a tutti i livelli.
Aveva ricevuto alla nascita il classico nome di “Pompeo”, in riferimento all’antichità romana ed alla Madonna di Pompei, e mai come in questo caso “nòmen est òmen” il nome fu presàgio: gli studi classici ed una fede cristiana limpida e profonda sègnano la sua vita.
Nato a Benevento nel 1942, venne a Napoli per studiare al Liceo Classico “Antonio Genovesi”, dove ebbe docenti come Domenico Mallardo e Marcello Gigante, e poi laurearsi in Lettere classiche con una tesi su “L’arco di Alfonso d’Aragona” con il prof. Valerio Mariani.
Ma fu a Barra che trovò l’amore: per Assunta Cirella, che diventò sua moglie; e per Barra, il paese della Sirena bi-càuda, a partire dall’antica contrada di S. Maria del Pozzo; ed amò ciò che i Barresi amano: la Festa dei Gigli, S. Anna, e tutte le cose semplici e belle della vita.
Ha scritto bellissime poesie, in lingua napoletana ed italiana, alcune anche per la Festa Barrese, opere teatrali, racconti e memorie. Ma è soprattutto con la pubblicazione de “Il nobile casàle della Barra”, Ed. Fausto Fiorentino, 1997 che ha riacceso l’attenzione sulla Storia di Barra, che aveva avuto illustri precedenti nelle opere dell’ing. Pasquale Cozzolino (1889) e di Nicola Lapègna (1929) ma rischiato poi di cadere in quasi totale oblìo.
Da allora si sono moltiplicate le ricerche, sue o da lui spesso ispirate e sempre sostenute, nella sua instancabile attività di animatore culturale: “Riflessioni e ricordi artistici su Barra”(2004); ,“La bianca colomba di Barra” (2006), dedicata a Sr. Maria della Passione; “Le belle stelle del cielo di Barra”(2014); “Gli eroi di Barra” (2018) … sono solo alcuni più recenti titoli, ma tant’altro c’è, di una vita operosissima, che attende di essere riletto e valorizzato.
Piace qui a me ricordare l’ultimo lavoro, fra i vari scritti insieme: Pompeo Centanni, Angelo Renzi – “Il convento francescano dei Frati Minori Conventuali alla Barra ed il P. Michele Abete” (2019).
C’è ancora tanto da fare e ci mancheranno il suo sempre giovane entusiasmo, la sua disponibilità, la sua umiltà e generosità, la sua nobiltà d’animo veramente da “Barrese antico”.
Sarebbe bello se nella Società Operaia di Mutuo Soccorso di Barra, nel Santuario di S.Anna, nella Biblioteca comunale, ci fossero delle piccole biblioteche a lui dedicate, laddove uno scaffale non basterebbe a contenere tutti i libri da lui scritti, per essere sempre disponibili alla consultazione soprattutto dei giovani: non disperdiamo il patrimonio culturale che egli ci tramanda, non lasciamo cadere il testimone che egli ci porge … Il futuro, non solo di Barra, ha un cuore antico.
Di Gigi Valentino:
Pompeo Centanni. Uomo di grande cultura. Un uomo mite, discreto. Mi ha sempre colpito di lui l’umiltà e la dolcezza con cui ti spiegava le cose. Ci lascia in eredità il suo immenso amore per Barra. Amore che in ogni modo va portato avanti, sopratutto per i giovani a cui lui tanto teneva.
Di Salvatore Mignano:
Barra, ha perso un nobile pilastro culturale, ci ha lasciato il prof. Pompeo Centanni, lasciandoci senza fiato, storditi, increduli da questa triste notizia.
La sua straordinaria gentilezza nel porsi con gli altri, lo rendeva unico, il suo immenso patrimonio intellettuale, che metteva ogni volta, senza farselo chiedere due volte, al servizio del territorio, ci mancherà in ogni forma e modo possibile…
Buon viaggio, Caro Pompeo…
Di Anna Paola Napoli:
Sembrava una domenica come le altre, il raggio di sole fioco di marzo entrava flebile nella fessura del mio balcone e l’odore del ragù incomincia a propagarsi tra le case del quartiere di Barra; apro i social e trovo il post che mai avrei voluto trovare, la scomparsa del caro professore CentanniPompeo Assunta Centanni Cirella 😔un uomo che pensi fosse immortale per le sue infinite conoscenze.
Cosa era per il nostro quartiere il prof. Pompeo Centanni? Un pilastro della cultura e della storia del nostro quartiere, un uomo dai valori cristiani forti che ha saputo trasmettere con la sua cara moglie, gli sposi che si accingevano al grande passo del matrimonio facendoli sentire fieri di essere barresi. Un umile uomo che pur conoscendo tanto, abbassava il capo ed annuiva ad un finto saccente, come ci ha insegnato Socrate, “il sapere è non sapere”.
Nonostante le sue origini beneventane ha saputo amare Barra e diventare il primo conoscitore del territorio, i suoi testi esprimono non solo fatti storici, ma l’amore che lui metteva nel lasciare ai posteri le sue calligrafiche ricerche.
Questa pietra miliare persa, mi apre ad una grande responsabilità, promessagli proprio questa estate a casa di sua figlia, di coinvolgere sempre i barresi alla conoscenza e alla promulgazione della propria memoria. 🤦🏻♀️
Farò tesoro di ciò che ci dicemmo quella sera e ancor più stringerò i rapporti con Angelo Renzi – Storia di Barra-Napoli e Romano Marino per aver le giuste fonti per continuare ciò che di buono è stato fatto dalla vostra generazione.
Buon viaggio professore Centanni.
Molti messaggi anche nel vicino comune di San Giorgio a Cremano, dove lui vi ha abitato, cordoglio dal sindaco Giorgio Zinno, dall’Ass. Michele Carbone ed altri conoscenti del luogo, che hanno tutti espresso le spesse splendide parole per un uomo d’atri tempi, un maestro di vita, capace di iniettare cultura ad ogni persona che lo abbia conosciuto, con i suoi modi, dolci e nobili…