Anche a Faenza (oltre a grandi città come Roma, Milano, Firenze, Torino, Bologna, Ancona e Napoli) ieri (13 novembre) è proseguita la mobilitazione del comitato “Priorità alla Scuola” per chiedere di mantenere le scuole aperte e riaprire quelle chiuse (tutte le superiori, anche la seconda e la terza media nelle zone “rosse”).
Il comitato ha lanciato i “venerdì per il futuro degli studenti”. I protagonisti sono stati studentesse e studenti che hanno fatto “didattica a distanza” collegandosi e facendo compiti e lezioni davanti al portone o ai cancelli del proprio istituto scolastico.
L’idea è nata dall’iniziativa presa da Anita, la studentessa dodicenne di Torino che da cinque giorni segue le lezioni piazzata davanti alla sua scuola (la media Italo Calvino).
«Il prezzo che la Dad sta facendo pagare alle giovani generazioni – si legge in una nota del comitato – è già esorbitante oggi e lo sarà sempre di più: in termini pedagogici, sociali (chi parte svantaggiato, è ancora più svantaggiato), psicologici (isolamento e solitudine sono fonte di ansia, depressione, regressioni) e anche economici (dopo il lockdown di primavera l’Ocse stimava che un terzo di anno scolastico perso può comportare 3% in meno dei guadagni futuri per i giovani ora a studenti). Le giovani generazioni e la scuola pubblica italiana pretendono il loro futuro adesso: investimenti sulla scuola (spazi, insegnanti, risorse per una pedagogia veramente innovativa), sulla sanità, sui trasporti pubblici».