Ricorre oggi l’anniversario della Strage di Capaci, l’attentato mafioso in cui il 23 maggio 1992, sull’autostrada A29, nei pressi dello svincolo di Capaci e a pochi chilometri da Palermo, persero la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Gli unici sopravvissuti furono gli agenti Paolo Capuzza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello e l’autista giudiziario Giuseppe Costanza.
Nemmeno due mesi più tardi, il 19 luglio, toccava a un altro magistrato cadere sotto i colpi della mafia. Paolo Borsellino veniva ucciso da un’autobomba a Palermo in via D’Amelio. Si tratta di uno dei periodi più bui della storia della Repubblica Italiana.
“La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inzio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave; e che si può vincere non pretendendo l’ eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni.” Giovanni Falcone