Ats Milano da un lato, un comune “rivoluzionario” dall’altro. In mezzo tanti cittadini 608 per la precisione che credevano di essere ormai vicini ad avere una risposta a oltre due mesi dall’inizio dell’epidemia. Credevano, appunto. Perché per ora è tutto bloccato, tutto sospeso.
C’è una vera e propria “guerra dei test sierologici” in Lombardia, dove a sfidarsi sono l’agenzia di tutela della salute di Milano che ha il compito di coordinare tutti gli interventi sanitari e l’amministrazione di Cisliano, il primo paese milanese a fare i prelievi ai propri cittadini – in totale autonomia per cercare di mappare con quanta più precisione possibili i contagi da Coronavirus.
Sospesi i test sierologici a Cisliano
L’ultimo capitolo della storia lo ha scritto martedì pomeriggio proprio Ats, che ha diffidato il primo cittadino, Luca Durè, dal continuare con i test. “Il Sindaco del Comune di Cisliano, dott. Luca Durè, in data 19 maggio 2020 ha inteso sospendere momentaneamente lo screening autonomo dei test sierologici eseguiti per il monitoraggio della epidemia causata dalla diffusione del virus Covid-19 si legge in una nota ufficiale del comune. Tale scelta è dovuta a seguito della ricezione, solo nel pomeriggio precedente alla giornata programmata per i prelievi, della ennesima diffida che il Comune ha ricevuto dalla Ats di Milano, ritenendo illegittimamente che «allo stato non sussistono i presupposti perché l’iniziativa promossa dal Comune di Cisliano possa essere proseguita in condizioni tali da assicurare la tutela della salute pubblica»”.
In sostanza, secondo quanto scrive Ats, nell’iniziativa del comune milanese partita lo scorso fine aprile non ci sarebbero i presupposti per tutelare la salute pubblica. Il parere del sindaco è chiaramente diverso: “Il Comune di Cisliano, in modo adeguato, risponderà a tale diffida del tutto pretestuosa e illegittima vista la infondatezza dei richiami indicati, atteso che il lavoro dei test sierologici è stato sempre svolto, seguendo non solo i principi di diritto e di fatto per la salvaguardia della salute di ogni singolo individuo, ma anche le raccomandazioni comportamentali ed i criteri sanitari delle linee guida indicate dal Ministero della Salute, dalla stessa Regione Lombardia e dalla Organizzazione Mondiale della Sanità.
Lo sfogo del sindaco
E se i toni del documento ufficiale tendono al “burocratese”, lo stesso sindaco su Facebook si è lasciato andare a un lungo sfogo, parlando a cuore aperto ai suoi concittadini. “Sorpresa, incredulità, rabbia sono i sentimenti con i quali abbiamo accolto questa ennesima diffida da parte di Ats, che ci ha costretto a inviare 608 mail ad altrettanti cittadini in lista da tempo per il prelievo domani. La abbiamo ricevuta oggi, nel pomeriggio, nonostante la nostra ultima comunicazione ad Ats fosse stata inoltrata ben una settimana fa: non è la prima e, come per le altre, è corredata da una serie di richieste a cui nelle ultime settimane abbiamo già, a nostro avviso, dato ampie risposte e completi chiarimenti”, ha scritto Durè nella tarda serata di martedì sul proprio profilo Facebook.
“Per sua natura ad una diffida devono seguire una serie di risposte, alcune delle quali non dipendono soltanto dal Comune: essendo pervenuta nel pomeriggio di oggi non abbiamo avuto il tempo materialmente necessario a completare quanto richiesto in tempo utile per potere essere valutata e dunque per potere evitare quanto obbligati a decidere di fare, ovvero a sospendere i test di domani. La genesi dei test è ormai nota, la serietà del test anche, essendo stato certificato a livello europeo già dal 28 febbraio, rispondendo appieno ai requisiti per la gara indetta a livello nazionale nonché ai requisiti previsti dalla DGR Regione Lombardia n. 3131 della settimana scorsa – ha proseguito il sindaco. Cisliano non è stato il primo Comune in Italia a fare uso dei suddetti test, e nemmeno in Lombardia: certamente è stato il primo in provincia di Milano”.
Altre Ats, Pavia e Varese ad esempio, hanno inizialmente accolto con diffidenza le iniziative intraprese dai Comuni nei territori di competenza salvo poi, dopo una attenta analisi, decidere di collaborare senza riserve e affrontando le azioni necessarie per tutelare la salute pubblica, tamponi in particolare, senza remora alcuna, nel rispetto di quanto costituzionalmente previsto all’art. 32. ATS Milano al contrario non ha rimarcato il primo cittadino. Non sappiamo spiegare il perché, nessuno di Ats ci ha mai contattato: ai nostri ripetuti solleciti nessuna risposta operativa è mai giunta tanto da obbligarci a intraprendere la strada dell’esposto alla Procura della Repubblica di Pavia al fine di tutelare la salute dei cittadini e l’amministrazione da possibili accuse di omissioni.