Un ingrediente aggiunto per sbaglio
trasformò un rimedio per il mal di testa in una bevanda dal sapore inconfondibile, che in meno di dieci anni conquistò tutta l’America.
In quel periodo si costruì un marchio vincente rimasto immutato per oltre un secolo e destinato a influenzare le abitudini alimentari di miliardi di persone.
Il 1886 fu un anno indimenticabile per gli Stati Uniti d’America. A New York, sull’isolotto di Bedloe’s Island (alla foce del fiume Hudson), venne eretta Lady Liberty, al secolo la Statua
della Libertà (inaugurata ufficialmente il 28 ottobre). Ottocento chilometri più giù, ad Atlanta, il farmacista John Pemberton lavorava da un po’ a un nuovo rimedio per il mal di testa.
L’idea andò in porto ma nei giorni a seguire, per via di un errore nella preparazione dovuto all’aggiunta di acqua gassata, ci si accorse del suo sapore gradevole e rinfrescante e
venne proposta come bevanda ai clienti della farmacia (che fungeva anche da drugstore) al prezzo di 5 centesimi. Pemberton intuì l’affare
e mise su una società per produrre la bibita, cui venne dato il nome di Coca-Cola Syrup and Extract su suggerimento del contabile Frank M. Robinson, che non fece altro che
unire i due principali ingredienti. Allo stesso si dovette anche la scritta in caratteri “Spencer”, che restò un elemento identitario nel tempo.
I mezzi finanziari limitati di Pemberton lo costrinsero a vendere il prodotto alla spina, ottenendo così ricavi inferiori alle attese.
Di qui la scelta di vendere, per 2.300 dollari, la formula e i diritti di utilizzo del marchio all’imprenditore Asa Candler. Fu lui a fondare il 29 gennaio 1892 la Coca-Cola Company e a lanciare su larga scala la bevanda, grazie a un’abile strategia di marketing e di pubblicità.
Con essa si completò il marchio storico della Coca-Cola, distinguendola da tutte le altre
bibite. Leggermente modificata nel tempo, la bottiglietta di vetro divenne un’immagine familiare grazie alla pubblicità e al cinema, dominando la scena fino agli anni Sessanta quando comparvero le lattine.
La trasformazione in colosso multinazionale di bibite analcoliche avvenne con l’acquisizione da parte
di un gruppo di investitori nel 1919 e con la successiva presidenza di Robert W. Woodruff, che promosse campagne pubblicitarie sempre innovative rispetto ai tempi.
Da una di queste, nel 1931, nacque il
personaggio di Santa Claus, disegnato
dall’illustratore Haddon Sundblom per l’agenzia D’Arcy. Un binomio che durerà per sempre e che contribuirà alla popolarità della Coca-Cola. Sempre negli anni Trenta aprirono
i primi stabilimenti in Italia, nello specifico a Milano, Genova e Roma.
Nel laboratorio chimico, ricavato nel retro della sua abitazione al n° 107 di Marietta Street, aveva già creato diverse medicine artigianali, che in quegli anni si vendevano liberamente
senza alcun controllo. Il nuovo ritrovato cui stava lavorando era composto da vino di coca (mistura di vino e foglie di coca, detto anche Vino Mariani dal nome del farmacista italiano che l’aveva brevettato) e da un estratto di noci di cola (ricchi di caffeina).
Mescolandoli in una caldaia di ottone,
l’8 maggio 1886 trovò la dose giusta e si convinse che quello sciroppo dal sapore dolce poteva fungere da tonico rinvigorente e da rimedio per la cefalea. Con il nome di French Wine Coca ne sottopose un campione
alla farmacia Jacob, tra le più rinomate della città, con l’obiettivo di commercializzarla e ricavarne qualcosa, come aveva fatto per altre
medicine.
Il nome Coca-Cola cominciò ad apparire su calendari e cartelloni pubblicitari affissi in numerosi bar e farmacie della Georgia e degli Stati confinanti. Una trovata geniale se si considera che la pubblicità a quei
tempi era appena agli albori. Il passaparola portò nel giro di due anni a richieste da tutti gli Stati Uniti. Un passo fondamentale fu l’imbottigliamento iniziato nel 1899 ma che conobbe una svolta decisiva solo quindici anni più tardi con l’introduzione della mitica contour bottle: la caratteristica bottiglietta di
vetro, disegnata da Alexander Samuelson e Earl Dean su modello di un seme di cacao.
Con essa si completò il marchio storico della Coca-Cola, distinguendola da tutte le altre
bibite. Leggermente modificata nel tempo, la bottiglietta di vetro divenne un’immagine familiare grazie alla pubblicità e al cinema, dominando la scena fino agli anni Sessanta quando comparvero le lattine. La trasforma-
zione in colosso multinazionale di bibite analcoliche avvenne con l’acquisizione da parte di un gruppo di investitori nel 1919 e con la
successiva presidenza di Robert W. Woodruff, che promosse campagne pubblicitarie sempre innovative rispetto ai tempi.